La Val d’Aveto presenta caratteristiche spiccatamente montane, dalle rocce emergenti all’abbondanza di acqua. Se il fiume Aveto, infatti, ha plasmato e dato il nome alla Valle, le montagne hanno contribuito a rendere il paesaggio unico e caratteristico.
Qui si trovano alcune delle cime più suggestive dell’Appennino ligure:
il Monte Penna (1735 m), con la sua estesa foresta demaniale, un tempo formata da abeti bianchi e faggi secolari ed oggi caratterizzata da faggi e conifere di varie specie, affiancato sul versante n-e dall’imponente guglia del Pennino e, sul versante nord, dalla conca della Nave, suggestivo avvallamento simile a una dolina, frutto di una faglia su cui ha agito l’erosione degli agenti atmosferici;
il Monte Aiona (1701 m), caratterizzato da estesi pascoli sul versante tirrenico e foreste di faggio su quello padano. La sommità si presenta come un ampio e arido altopiano da cui emergono rocce, spesso coperta da nebbie fittissime;
il Maggiorasca (1799 m), vetta più elevata dell’Appennino Ligure e cima principale di un gruppo montano costituito da un’insieme di affioramenti rocciosi e paretine, intercalate a boschi e a manto erboso. A questo gruppo roccioso appartengono emergenze spettacolari come il Dente della Cipolla, aguzzo monolite diabasico ai cui piedi si apre l’ampia conca di origine glaciale detta Prato della Cipolla, il Monte Bue, montagna erbosa di formazione calcarea, la Rocca del Prete, imponente e suggestiva bastionata orientata a s-o, lunga circa 600 metri e interessata da alcuni ripidi e incassati canaloni e la bellissima cascata dell’Acquapendente. Gli ultimi due monti della catena del Maggiorasca sono il Croce di Martincano e il Tomarlo, quest’ultimo spartiacque tra la Val d’Aveto e la Val Ceno
il Groppo Rosso, montagna tutta picchi e anfratti, che nei tramonti limpidi si colora di rosa per effetto della presenza di Sali di ferro e magnesio nella composizione mineralogica delle rocce.
Numerosi rigagnoli e ruscelli danno vita al fiume Aveto che percorre tutta la vallata. La sua corsa verso la confluenza con il Trebbia è mutevole: nella piana intorno a Priosa scorre tranquillo, allarga poi il suo letto nel vastissimo pianoro alluvionale di Cabanne, aumenta la velocità nella forra del Malsapello e nel tratto ponte di Alpepiana_Salsominore scorre in uno spettacolare e profondo canyon.
Le foreste demaniali e i laghi di origine glaciale ne fanno un ambiente montano di grande interesse e fascino, che per le sue caratteristiche strutturali e naturalistiche è rimasto incontaminato e inalterato.
Per tali motivi e per le molte attrattive la Val d’Aveto è da sempre meta degli appassionati di alpinismo ed escursionismo, che possono effettuare un gran numero di itinerari e percorsi suggestivi.
D’inverno le attrattive turistiche si arricchiscono con le piste di sci di fondo e, di recente, con gli impianti sciistici di nuova realizzazione a Santo Stefano d’Aveto.
Fonti: Parco dell’Aveto, Liguria Guide Val d’Aveto, Provincia di Genova Assessorato Turismo
Storia
In epoca romana gli abitanti della valle, appartenenti alle etnie dei Liguri Iluati e dei Liguri Veleiati, dettero non pochi problemi alla nascente potenza latina, in un periodo protratto dal II secolo a.C., fino alla sconfitta dei Veleiati della foresta del monte Penna, ad opera del console Marco Claudio Marcello nel 166 a.C..
I Liguri veneravano il monte stesso come dio, e le foreste alle sue pendici erano considerate luoghi sacri. Tito Livio e il Console Gneo Fabrizio ne lodarono le doti di combattenti a Roma.
In epoca longobarda nel VII secolo, la valle accolse una comunità di monaci di san Colombano, che costruirà a Villa Cella, un monastero importante, tanto da essere nominato in alcuni documenti di epoca longobarda. Esso e tutta la zona dipenderà dai monaci della potente abbazia di San Colombano di Bobbio ed al suo ricco feudo reale ed imperiale monastico.
Successivamente la valle passò sotto il dominio dei Malaspina, che iniziarono la costruzione del castello di Santo Stefano d’Aveto, e infine dei Fieschi che acquistarono il territorio per la somma di 28.000 lire alla fine del XV secolo.
Dopo la Congiura dei Fieschi nel 1547 a Genova, che fallì miseramente, la valle venne assegnata alla famiglia Doria; contro di loro vi saranno due importanti rivolte alla fine del XVIII secolo, quando la valle diventò parte integrante della Repubblica di Genova, del Regno di Sardegna e infine del Regno d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale, data la sua difficile accessibilità, la valle verrà usata come rifugio da alcune formazioni partigriane, ma venne risparmiata dagli scontri, eventi che si verificarono soprattutto nelle valli vicine come la val Fontanabuona, la valle Sturla e la val Graveglia.
Oggi parte del territorio è occupata dal Parco naturale regionale dell’Aveto. Nella Riserva naturale Agoraie di sopra e Moggetto, è presente il “lago degli Abeti”, uno specchio d’acqua che ospita sul fondo alcuni tronchi d’abete fossili.
La valle fu tana di briganti e di leggende: si narra che poco lontano dalla radura chiamata Cabruscià, vi fosse una locanda dove l’oste avvelenava i clienti più facoltosi; scoperto dai Malaspina venne bruciato vivo nella sua locanda, da cui il nome della radura Ca bruxià (dal genovese Casa bruciata). Altre fonti indicano con questo nome una dogana sulla strada che conduce al centro abitato di Borzronasca, fuori dalla valle.
Anticamente un lago occupava le odierne piane della Moglia, vicino al paese di Cabanne (Rezzoaglio). Furono i monaci di Villa Cella, lavorando duramente, ad aprire le chiuse naturali che intrappolarono l’acqua nella piana, e a farla defluire attraverso la gola detta Masappello.
La valle ebbe certamente un visitatore illustre: lo scrittore e Premio Nobel Ernest Hemingway. Durante il secondo conflitto bellico, precisamente nell’anno 1945, transitando sia per la val d’Aveto che nella val Trebbia come corrispondente al seguito dell’esercito di liberazione, si dice abbia scritto sul proprio diario la seguente frase:
«Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo» |
Testimonianze dirette confermano inoltre che Ernest Hemingway visitò una seconda volta la val d’Aveto, durante gli anni cinquanta, per recarsi a pescare lungo il fiume Aveto.
Cultura
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Da vedere
Dal punto di vista architettonico e storico vi sono numerosi punti di interesse in Val d’Aveto, numerosissimi i borghi e le frazioni abitate di origine rurale e le costruzioni di origine religiosa e nobiliare.
Nucleo di Ventarola (Rezzoaglio): agglomerato di impianto medioevale, è uno dei siti storico-architettonici più rappresentativi della Val d’Aveto grazie ai suoi edifici in pietra, ai portali dalle forme ricercate, agli archi e alle volte. Qui si trova uno dei più antichi portali della valle datato 1631.
Nucleo rurale di Villa Cella (Rezzoaglio): insediamento religioso risalente al 1103, residenza dei frati fino al XV secolo. Del monastero oggi restano alcuni ruderi, incorporati nelle strutture di un mulino nei pressi dell’alto campanile della chiesetta del paese.
Castello di Santo Stefano d’Aveto: situato nel centro del paese, edificato nel corso del XIII secolo divenne roccaforte nel Medioevo di tre dinastie importanti quali i Malaspina, i Fieschi e i Doria. La fortificazione, oggi oggetto di alcuni restauri conservativi, presenta un perimetro di mura possenti chiuse a pentagono tra cinque bastioni sugli spigoli.
Fonti: Parco dell’Aveto, Comune di Rezzoaglio, Comune di Santo Stefano d’Aveto, Liguria Guide Val d’Aveto, Provincia di Genova Assessorato Turismo
Da non perdere
Riserva orientata delle Agoraie: sono numerosi sono i laghetti di origine glaciale presenti nell’area montuosa che va dal Monte degli Abeti al Groppo Rosso. La riserva delle Agoraie è il sito di maggior interesse, in cui sono presenti quattro laghetti perenni ed alcuni stagionali. Il gruppo dei laghi delle Agoraie di Sopra è senza dubbio il più interessante: fra questi spicca il lago degli Abeti, che deve il suo nome alla presenza di numerosi tronchi fossili di Abete Bianco adagiati sul fondo e tuttora visibili. Da segnalare la presenza di specie botaniche di tipo artico-alpino. L’area non è accessibile se non per motivi di studio o vigilanza, o in particolari giornate opportunamente comunicate al pubblico.
Lago delle Lame (Rezzoaglio): situato nell’omonima foresta demaniale, è un piccolo laghetto verde incastonato fra gli abeti e una morena d’epoca glaciale. Nei pressi del lago si dipartono numerosi sentieri che conducono all’interno del Parco dell’Aveto.
Esplorare la natura dell’Aveto: numerose le possibilità, dal trekking e escursioni a piedi lungo i sentieri del Parco dell’Aveto a escursioni in bicicletta (es. anello del Tomarlo, anello di La Villa, ecc.) ed escursioni a cavallo dalla Casermetta forestale del Penna e lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, fino allo sci di fondo lungo la strada che unisce il Tomarlo al Penna passando per l’Incisa, con uno sviluppo di circa 40 km.
Attività sportive: oltre alle attività escursionistiche si aggiunge da poco la possibilità dello sci alpino con l’apertura degli impianti sciistici di Santo Stefano d’Aveto e l’inaugurazione del rifugio di Prato della Cipolla. Tra le attività sportive promosse anche la pesca sportiva dilettantistica del fiume Aveto, gestita da un’associazione sportiva locale e che interessa alcuni tratti dell’Aveto e il Lago delle Lame, in base a specifica regolamentazione.
Manifestazioni: le tradizioni contadine locali vengono promosse attraverso diverse manifestazioni, tra cui l’annuale Transumanza a Santo Stefano d’Aveto, con il trasferimento del bestiame dalle malghe in alta quota alle stalle in paese, o la mostra zootecnica della mucca cabanina di Farfanosa, a Rezzoaglio.
Fonti: Parco dell’Aveto, Comune di Rezzoaglio, Comune di Santo Stefano d’Aveto, Liguria Guide Val d’Aveto, Provincia di Genova Assessorato Turismo
Da assaggiare e acquistare
Formaggio San Stè, Sarazzu (ricotta salata stagionata), Funghi, Miele (castagno, erica e millefiori), Crosetti (tipica pasta della cucina ligure realizzati mediante stampi in legno), Salumi, Canestrelli di Santo Stefano d’Aveto, Pinolata (torta dolce ricoperta in superficie di pinoli e zucchero semolato),
Fonti: Parco dell’Aveto, Comune di Rezzoaglio, Comune di Santo Stefano d’Aveto
Fonti: https://www.unamontagnadiaccoglienza.it/index.php?id_zona=3 e https://it.wikipedia.org/wiki/Val_d%27Aveto
Related Posts