La val Boreca (val Bürech in piacentino, val burecca in dialetto locale) è una piccola valle italiana formata dal torrente Boreca, tributario della Trebbia, in provincia di Piacenza, collocata nel cuore delle Quattro Province. Confina a nord con la valle Staffora (Lombarrdia), a ovest con la val Borbera (Piemonte), a sud con l’alta val Trebbia (Liguria), a est ancora con la val Trebbia (Emilia-Romagna).
Circondata da monti come il Lesima (1.724 m), Alfeo (1650 m), Tartago (1.688 m), Chiappo (1.699 m), Cavalmurone (1.670 m), Carmo (1.640 m) è impervia e coperta di boschi. L’isolamento geografico e la povertà delle vie di comunicazione con i cambiamenti socio-economici hanno portato ad un progressivo spopolamento, iniziato nel dopo guerra, tanto che oggi, in inverno, cinque degli undici villaggi sono chiusi e le abitazioni son per lo più seconde case che i villeggianti e valligiani emigrati riaprono d’estate.
Storia
Si ritiene che alcuni toponimi della valle derivino da voci nordafricane come quello di Zerba (dall’isola nordafricana di Gerba), quello di Tartago (Chartago, ossia Cartagine), Bogli (Bougie), Suzzi (Souza). Una leggenda lega la fondazione del paese ad un gruppo di disertori cartaginesi che abbandonarono l’esercito di Annibale nel 218 a.C., ai tempi della Battaglia della Trebbia. Si dice che, per orientarsi, Annibale sia dovuto salire sul monte Lesima, dove un’antica mulattiera è ancora chiamata strada di Annibale. Il monte Lesima dovrebbe il proprio nome a una contrazione della frase latina “lesa manus”, in quanto Annibale risalendo le sue pendici nel corso dell’inverno trascorso a Zerba si sarebbe ferito appunto a una mano.
In epoca longobarda dipese dai monaci dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio ed al suo ricco feudo reale ed imperiale monastico.
Come molti territori attigui la valle fu concessa da Federico Barbarossa ai Malaspina nel 1164. Passò nel XIII secolo nel Marchesato di Pregola, nel XIV alle famiglie Pinotti e Pozzi, per tornare nel 1404 ai Malaspina fino alla soppressione napoleonica del feudalesimo.
Venne quindi inserita nella provincia di Bobbio fino al 1859 quando entrò a far parte della provincia di Pavia, nel 1927 la val Boreca è stata annessa alla provincia di Piacenza.
Cultura
Questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province, caratterizzato da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che con la fisarmonica anima le feste. Anche le più piccole frazioni hanno una balera, dove in estate si svolgono feste molto seguite, la struttura più particolare è quella di Pizzonero costruita attorno ad un albero, con tendoni e frasche, per cui si balla girando attorno al tronco.
Amministrativamente è divisa fra il comune di Zerba e quello di Ottone. Il territorio di Zerba copre la sponda sinistra orografica con le località di Pej, Capannette di Pej, Samboneto (orograficamente situato in Valle Staffora), Vezimo, Cerreto. Quello di Ottone copre la sponda destra con le località di Tartago, Belnome, Bogli, Artana, Pizzonero, Suzzi.
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