La val Borbera (val Borbaja in piemontese, val Borbêa o Borbéia in ligure) è una vallata formata dal torrente Borbera, tributario dello Scrivia, situata nella provincia di Alessandria. Durante il periodo dei Feudi imperiali, l’alta valle è stata a lungo governata da importanti famiglie genovesi, per poi entrare sotto il controllo, questa volta l’intera valle, della Repubblica Ligure. Fa oggi parte del Piemonte pur conservando forti legami linguistico-culturali con la Liguria.
Attestato dal 1183 nelle forme Bolbera, Bolberia, Bulberia, forse prende origine dall’antica parola ligure bor che significa acqua che scorre.
Geografia
Questa valle che si incunea tra la val Boreca (Piacenza) ad est, la val Vobbia, Valbrevenna e alta val Trebbia (Genova) e la valle Spinti (Alessandria e Genova) a sud e la valr Curone, val Grue e valle Ossona (Alessandria) a nord, è delimitata ad ovest dallo Scrivia. È circondata da alte montagne, che la rendono un luogo isolato dalle vallate circostanti, poco toccato dall’industrializzazione e quindi con una natura ben conservata. È l’unica valle piemontese a confinare con l’Emilia-Romagna.
Geologia
In corrispondenza di Persi (Borghetto di Borbera) sono presenti le marne di Cessole del Langhiano lungo la sponda sinistra del Borbera, sempre in questo punto è visibile una successione “straterellata fine” sormontata da bancate arenacee. A Cantalupo Ligure sono presenti conglomerati di puddinga e le argilliti di Pagliaro emergenti tra Rocchetta Ligure e Mongiardino Ligure e le argilliti e in tutta la valle sono presenti i flysch dell’Antola. L’alta valle è di formazione tra il Cretacico superiore-Paleocene (93-56 milioni di anni fa), tra Cantalupo Ligure e Persi di Borghetto di Borbera è di formazione dell’Oligocene (34-23 milioni di anni fa), la bassa va è di formazione del Miocene (23-5 milioni di anni fa).
Orografia
Monte Antola (1597 m) – tra le valli Borbera, val Boreca e Scrivia al confine tra Liguria (provincia di Genova) e Piemonte (provincia di Alessandria), è chiamata “La Montagna dei Genovesi”
Monte Carmo (1640 m) – tra le valli Borbera e val Boreca al confine tra Piemonte (AL), Liguria (GE) e Emilia-Romagna (PC)
Monte Legnà (1670 m) – tra val Borbera e Trebbia tra Piemonte (AL) e Emilia-Romagna (PC)
Monte Cavalmurone (1672 m) – tra val Borbera e val Boreca al confine tra (AL), Emilia-Romagna (PC)
Monte Chiappo (1700 m) – tra le valli Staffora, Boreca, Curone e Borbera tra Piemonte (AL), Emilia-Romagna (PC) e Lombardia (PV)
Monte Ebro (1700 m) – tra le valli Borbera e val Curone
Monte Giarolo (1473 m) – tra le valli Borbera e val Curone
Monte Cosfrone (1671 m) – vicino al monte Ebro
Flora e fauna
In bassa valle la vegetazione è formata da ontano, olmo, nocciolo, rovere, castagno e acacia non autoctona della valle, è presente coltivato anche il gelso ora sostituito da colture di cereali e foraggio. In alta valle la vegetazione è caratterizzata da faggio, rovere e castagno con presenze sporadiche di larice e conifere. La fauna è costituita da volpi, lepri, scoiattoli e vi sono tracce del lupi italici. In quantità notevole, la presenza di cinghiali, o porcastri, soggetti a battute di caccia nel periodo invernale.
Anche a causa dello spopolamento costante della valle, abbondanti sono i daini, mammiferi artiodattili della famiglia dei Cervidi. Anche per politiche di ripopolamento degli anni ’90, si segnala la presenza di vipere comuni.
Dell’avifauna sono presenti la garzetta, la nitticora, il gabbianello, il beccaccino e il piovanello pancianera, la ballerina gialla, la cutrettola, il corriere piccolo e il martin pescatore; nella valle è presente il 70% dell’avifauna appenninica.
Storia
La val Borbera fu inizialmente abitata dall’età del ferro (~1000 a.C.) da tribù Liguri (forse i Dectunini) che fondarono sicuramente Albera Ligure. Nel 30 a.C. la valle fu occupata definitivamente dai Romani e in età augustea entrò a far parte della Regio IX della Liguria con capoluogo Genua. Alla vigilia delle invasioni barbariche faceva parte della Diocesi dell’Italia (V) (con capoluogo Mediolanum) e come parte della Liguria. Durante le invasioni barbariche fu prima parte dei domini di Odoacre (476-493) fu invasa dai prima invasa dai Visigoti intorno 493 e dai Longobardi intorno al 570 e vi operarono dall’ora i monaci della potente abbazia di San Colombano di Bobbio ed al suo ricco feudo reale ed imperiale monastico. Nel 774 Carlo, re dei Franchi invase i territori longobardi e la val Borbera entrò a far parte del Sacro Romano Impero. Nell’843 entrerà a far parte del Regno d’Italia di Lotario di cui fece parte fino all’888. In età comunale subentrarono i Malaspina che si allearono col vescovo di Tortona, nel XIV secolo con la caduta del potere dei Malaspina la valle fu così suddivisa:
Cantalupo Ligure e Prato ancora ai Malaspina (formale controllo vescovo di Tortona, poi del Ducato di Milano)
l’alta valle alla famiglia Fieschi (formale controllo Repubblica di Genova, nell’ambito dei cosiddetti feudi imperiali)
Stazzano e la bassa valle sotto diretto controllo del vescovo di Tortona, poi al Ducato di Milano, eccetto Vargo
(formale controllo Repubblica di Genova, nell’ambito dei cosiddetti feudi imperiali)
La valle è stata inizialmente contesa tra il vescovo di Tortona, il comune di Genova e i feudi imperiali. Poi per secoli è stata divisa tra il Ducato di Milano, i feudi imperiali delle famiglie genovesi e la Repubblica di Genova. Dal 1738 la bassa valle passò ai Savoia, nel 1797 fino al 1805 tutta la valle fu sotto la Repubblica Ligure e dopo la parentesi napoleonica, dal 1814 entrò a far parte interamente del Regno di Sardegna sotto la Divisione di Genova e la Provincia di Novi.
Dal 1748 la bassa valle passò sotto il Regno di Sardegna, invece l’alta valle fu controllata dalla Repubblica di Genova e dalle famiglie Adorno, Spinola, Fieschi e Malaspina; Durante la parentesi napoleonica nel 1797 entrò a far parte in parte della Repubblica Ligure fino al 1805, poi entrò a far parte dell’Impero Francese nel Dipartimento di Genova. Dal 26 dicembre 1814 al 7 gennaio 1815 fece di nuovo parte della Repubblica Ligure. Dopo il congresso di Vienna entrò a far parte della provincia di Novi come parte della Liguria e del Regno di Sardegna; nel 1859 venne staccata dalla Liguria e unita alla provincia di Alessandria e quindi al Piemonte dal presidente del consiglio che era allora l’alessandrino Urbano Rattazzi; nel 1861 entrò a far parte dell’Italia unita.
Durante la prima guerra mondiale ad Arquata Scrivia, presso la foce del Borbera ci fu un campo militare inglese dal 1915 al 1921, poi nella seconda guerra mondiale dopo il 1943 la valle fu luogo di scontri tra nazifascisti (che controllavano la bassa valle) e partigiani (che controllavano l’alta valle) e fu interamente liberata dai partigiani nel 1945. A Rocchetta Ligure fu eletta per la prima volta una donna a consigliere comunale nel maggio del 1945, poco dopo la Liberazione.
Cultura
Questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province, caratterizzato fra l’altro da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Lo strumenti più importante di questa zona è il piffero (oboe popolare ad ancia doppia) che viene accompagnato dalla fisarmonica. Il duo pifferaio-fisarmonicista è parte integrante delle numerose feste che animano i paesi soprattutto nei mesi estivi. La difficile accessibilità di alcune frazioni ha fatto sì che si conservassero schemi peculiari di alcune delle antiche danze delle Quattro Province, in paesini come Connio o Carrega Ligure si continuano a ballare versioni di giga o piana (come si ballava nei tempi andati) che possiamo vedere solo lì. Presso le Capanne di Cosola a fine stagione si tiene a curmà di pinfri raduno annuale dei pifferai.
A Rocchetta Ligure nel seicentesco Palazzo Spinola ha avuto sede dal 1999 fino al 2005 il Centro Living Europa, sede europea del teatro newyorkese Living Theatre.
Dialetto
Il dialetto parlato nella valle è ligure del sottogruppo dell’Oltregioco. Nella bassa valle si hanno influenze dal piemontese e dal lombardo con una forte affinità con il novese, invece nell’alta valle (soprattutto nei comuni di Roccaforte Ligure, Mongiardino Ligure, Cabella Ligure e Carrega Ligure) il dialetto è rimasto intatto nella sua forte affinità con il genovese.
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