“Se dicono che Hemingway non è mai stato in Val Trebbia e Val d’Aveto non importa. Io l’ho visto, restò con noi a casa almeno otto giorni, forse più. Mio papà – Giuseppe, detto Peppino – mi spiegava con orgoglio “Lui è un importante scrittore americano”. Sono qui, in casa di riposo a Bobbio, ho superato i settant’anni… Cosa vuole mai che mi importerebbe di dire frottole? Io l’ho visto pescare, mi prese per mano con papà”. A parlare, dalla casa di riposo “Silva” di Bobbio, è Matilde Callegari, figlia del medico di Bobbio e Varzi che si dice accompagnò lo scrittore premio Nobel a pescare. “Hemingway sapeva che il dottor Callegari, mio papà, era un grande pescatore. Glielo avevano indicato in paese, durante uno dei suoi viaggi nel nord Italia. Gli si accodò subito per sapere quali fossero le zone più abbondanti per la pesca. Papà non aveva mai dubbi, anche perché la pavese Valstaffora non aveva tanta acqua. Lo portò in Val Trebbia, in Val d’Aveto fino al Gramizzola, passando dal Penice, dove mia nonna aveva il ristorante, il mitico “Buscaglia”. Io ero solo una bambina, avrò avuto cinque-sei anni. Sono nata nel 1944. Quindi, faccia pure lei i suoi conti. Saranno stati i primi anni Cinquanta. Quando se ne andò sul tavolo della cucina lasciò un biglietto, ma era scritto in inglese. Io non ci capivo nulla, papà masticava qualche parola. Anni dopo chiesi alla mia famiglia dove fosse finito quel biglietto, era andato perduto”.
(Articolo tratto da: https://www.liberta.it/ del 31/08/2021)
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