Le tradizioni musicali delle Quattro Province
A cura di Fabio Milana e Maddalena Scagnelli
Testi di Alessandra Cecchi e Cristina Ghirardini
Con la consulenza di: Paolo Ferrari
64 pagine
CD allegato
Salvaguardare e valorizzare il nostro patrimonio etno-culturale é la via da seguire per riappropriarci in modo consapevole della nostra identità e per trasmetterla in forma costruttiva a coloro che ci seguiranno. Per questo è preferibile sostituire alla parola “patrimonio”, legata ad un’idea di beni e rapporti economici, quella di “eredità”, immaginando una forma di eredità “attiva”, che passi di generazione in generazione arricchendosi e colorandosi delle impronte lasciate ad ogni passaggio. Per realizzare questo duplice obiettivo di conservazione e valorizzazione riteniamo opportuno innanzitutto recuperare e rivitalizzare quei luoghi della nostra provincia che diversi fattori hanno contribuito ad impoverire. Uno di questi è la nostra montagna, che insieme alla provincia di Parma, Genova, Pavia ed Alessandria, è culla di una ricchissima tradizione musicale, attraverso cui si esprime da secoli la creatività popolare. La musica tradizionale è legata indissolubilmente ai luoghi e alle genti delle vallate, per le quali ballare le proprie danze tradizionali, suonare e cantare le proprie canzoni (trasmesse oralmente di generazione in generazione) non è soltanto un momento di evasione, ma diventa oggi una precisa riaffermazione di un’identità culturale e di un diritto all’esistenza. In questo senso, le distinte manifestazioni della creatività umana che si sedimentano e costituiscono il nostro passato diventano gli strumenti della memoria collettiva, al di là dell’accademica distinzione tra cultura alta e popolare. Non vogliamo pertanto operare selezioni che permettano solo a certi tipi di cultura di sopravvivere, come è avvenuto spesso in passato, quando la memoria collettiva veniva manipolata e utilizzata come strumento di controllo sociale. Mi piace ricordare quello che ha detto Jacques Le Goff a proposito, quando afferma che “la memoria, alla quale attinge la storia, che a sua volta la alimenta, mira a salvare il passato soltanto per servire al presente e al futuro. Si deve fare in modo che la memoria collettiva serva alla liberazione, e non all’asservimento, degli uomini”. Le feste popolari e i riti calendariali fanno rivivere le forme più autentiche e originali della cultura contadina, il suo essere scandita dai ritmi dei cicli naturali della terra. Riteniamo opportuno valorizzare la capacità attrattiva intrinseca di tali manifestazioni e facilitarne il continuo rinnovamento, permettendo ad una forma originaria di espressione creativa di riprodursi nel tempo e tra le generazioni. Da qui il legame forte con la scuola, con i giovani. Ciò che vi offriamo non è solo un “kit didattico”, come viene definito forse un pò freddamente, ma anche l’occasione per entrare in contatto con un mondo tanto antico quanto assolutamente nuovo per tutti voi, non solo per ammirarlo, ma per manipolarlo e farlo vostro. Buon lavoro
Assessore alla Cultura della Provincia di Piacenza
Prof Mario Magnelli
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