Si trascrive la formula che veniva recitata per guarire l’eritema furfuraceo. Colui che era affetto da tale malattia si presentava a una determinata persona con speciali capacità curative detta “Ch’a ghe dixe”, per tre giorni consecutivi, al mattino e alla sera, all’Ave Maria. La guaritrice soffiava sopra la “Zerbiga”, con un ago tracciava un segno di croce, pronunciando la formula. Al termine la guaritrice soffiava tre volte sulla parte malata, verso l’esterno del corpo. |
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ZerbigaZerbiga, zerbiga |
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