L’arrivo nel mondo della nefasta pandemia del Covid ha portato un enorme cambiamento nella vita di tutti noi.. l’isolamento forzato è stato devastante; non possiamo dimenticarci le piazze vuote, il suono delle sirene delle ambulanze, il solitario percorso del Santo Padre in una deserta piazza San Pietro ..il tema della malattia e della morte ci ha fatto capire quanto dobbiamo tenere alla vita, all’amicizia e all’amore; è l’occasione per ricominciare a ricostruire i legami con tutte le persone dalle quali senza volere ci siamo allontanati e l’occasione per dare una nuova vitalità al nostro territorio. E’ per questo che dobbiamo pensare alla nostra bellissima valle e allo sviluppo del suo Turismo, cosi indispensabile per la vita delle nostre montagne; il 2020 ha modificato il nostro modo di vivere, ci ha costretti ad inventarci un’altra vita, ci ha costretto a rinunciare a tanto, a tutto. E’ quindi necessario che il nuovo anno, nella speranza che la terrificante pandemia ci abbandoni completamente, diventi per noi e per la nostra terra un punto di partenza.
Il nostro territorio è un territorio con caratteristiche di vera eccellenza, con la sua storia, le sue tradizioni, con i suoi valori ma soprattutto con il suo ambiente e il suo paesaggio; e poiché la nostra valle è priva di industrie è necessario sfruttare tutto ciò che ci offre relativamente alla storia, ai prodotti naturali e al piacere di percorrere il nostro mondo di boschi e sentieri.
Il futuro deve riservarci grandi novità, deve condurre tutti ad avere unità di intenti, a trovare le giuste risposte alle domande che la vita del popolo della montagna chiede.
Si deve necessariamente organizzare un turismo di qualità, capace di sostenere le attività tradizionali, come l’artigianato, la ristorazione e l’agricoltura, un turismo che protegga l’ecosistema e che risponda ad esigenze di un’umanità fortemente indebolita, economicamente e moralmente, e che cerca il suo rifugio in luoghi che possano garantire buona salute e serenità.
Per questo motivo dobbiamo rilanciare i prodotti locali, le antiche tradizioni, inventare la costituzione di orti comunitari e tutte le forme che hanno al centro l’uomo e la terra.
Il popolo della montagna deve riscoprire il piacere di incontrarsi, di recuperare il senso di appartenenza, far rinascere i valori della propria terra e delle proprie radici storiche e culturali, affinchè l’offerta turistica sia appetibile e compresa dai più.
Credo quindi che necessiti unità, condivisione, e voglia di lavorare insieme, recuperare il piacere delle piccole cose, riscoprire le emozioni sollecitate dal guardare le nostre bellezze paesaggistiche e soprattutto valorizzare le nostre radici storiche e culturali.”
M. Lucia Girometta – Vicesindaco d Ottone PC
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