Caverzago (291 mt.). Nella zona, d’origine romana, probabilmente sorgeva il tempio della dea Minerva. Il castello, arroccato su un dirupo strapiombo sul fiume Trebbia, fu documentato nel 1100; nel XIII secolo appartenne al comune di Piacenza, fu occupato dai Malaspina, dal XIV al XIX secolo di proprietà degli Anguissola. Accanto ai ruderi del castello la chiesa Medioeale di S. Stefano, d’aspetto seicentesco con modifiche del XX secolo.
(Fonte: Guida turistica “Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini)
La Rocca di Caverzago
Caverzago è un insediamento di origini antichissime. Il toponimo è di probabili origini galliche, e già in epoca romana risulta noto come Cabardiacum. Citata nella Tabula Alimentaria di Velleia, l’antica Cabardiacum ospitava un importante santuario dedicato ad una divinità locale che i Romani identificarono con Minerva Medica, in seguito definita Minerva Cabardiacensis. Si trattava di una dea dai poteri taumaturgici, in grado di guarire gli infermi, come attestano numerose incisioni, statue ed ex voto rinvenuti nelle vicinanze presso il greto della Trebbia, e conservate in parte nella chiesa della vicina Travo, in parte nei musei di Piacenza e Parma. Non è attualmente possibile stabilire con certezza dove sorgesse in tempio, che sempre a giudicare dai reperti rinvenuti sembra sia stato assiduamente frequentato tra il I e il III Secolo d.C.. E’ probabile che la divinità che i Romani assimilarono a Minerva fosse in origine legata a una fonte termale (la zona ne è ricca) considerata curativa, di cui in seguito, una volta prosciugata, si sia persa la memoria. E’ opportuno a questo proposito ricordare che nel XII Secolo a Caverzago era attivo un hospitale, inteso come ricovero per pellegrini e viandanti gestito da una piccola comunità di religiosi, e che ancora nel XVIII Secolo nella vicina località Tosi venne aperto un chiosco da bibite che vendeva l’acqua di una vicina fonte, ritenuta particolarmente salubre. La rupe a picco sulla Trebbia ospita la chiesa di Santo Stefano Protomartire e la torre d’avvistamento edificata dagli Anguissola, Signori della vicina Travo dal 1337, che però oggi è ridotta ad un rudere.
(Fonte: Giacomo Turco http://www.panoramio.com/photo/50212666)
Gli appunti di toponomastica del Notiziario bobbiese
Dialetto: Cavarzèg – Frazione del Comune di Travo. È l’antico Cabardiacum, fondo del pago Ambitrebio, territorio Velleiate, ricordato nella Tavola Alimentare Traiana. C’era un tempio dedicato a Minerva Medica Memore Cabardia a cui si trasferivano i malati da ogni parte dell’Impero come testimoniano le varie lapidi votive trovate nei dintorni del luogo e conservate parte alla chiesa di Travo, parte a Piacenza e a Parma.(Cont. Molossi – Vocabolario Topografico dei Ducati di Parma – Piacenza e Guastalla – Parma 1832-34 – Conf.per bollettino Storico Piacentino – Anno 1917 pag 64,65,66). Si ha notizia di Caverzago e Caverzaco sul Registrum Magnum Comunitatis Placentiae dell’archivio comunale di Piacenza agli anni 1126-1130 rispettivamente. Il suffisso “acum” che diede “ago” è gallico. Si trova comunemente aggiunto a un aggettivo tratto da nome proprio personale. Neppure Cabardus sembra romano. Per la trasformazione di Cabardiacum in Caverzago o meglio Cavarzèg vedi V.Crescini – Manna per l’avviamento agli Studi provenzali – Milano 1926 – Passini. (Dagli appunti del prof E. Mandelli)
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