Dove si trova
Savignone (Savignon in ligure) è un comune della città metropolitana di Genova
Il castello
Il castello di Savignone si erge su uno sperone roccioso di conglomerato.
Da qui dominava, naturalmente, l’abitato di Savignone e le vie di crinale e di mezza costa che attraverso i borghi di Casella, Busalla e Crocefieschi mettevano in comunicazione le valli dell’entroterra con il mare.
E’ citato per la prima volta in una bolla di Papa Adriano IV del 1157 ed, in seguito, nel Privilegium di Federico del 1176, nominato tra quei castelli riconfermati al comune di Tortona.
Fu probabilmente costruito, nei primi anni del XII secolo. Secondo alcuni documenti intorno all’inizio del 1200 il castello è di proprietà di Guglielmo Spinola, mentre i Fieschi ne entrarono in possesso nell’aprile del 1242.
Dal Libro degli Statuti e dei Capitoli di Savignone del 1487 si ha un quadro chiaro sull’organizzazione e sulla gestione del Feudo da parte della famiglia Fieschi. In particolare i sudditi erano obbligati al mantenimento, alla riparazione e al munizionamento del castello, in quanto presidio a difesa del territorio e luogo di detenzione dei prigionieri, e a rifornirlo di legname per il riscaldamento e per gli altri usi domestici, in quanto residenza della famiglia Fieschi. Quest’ultima era solita abitarvi “dalle calende di marzo perfino alle calende di ottobre”, preferendo passare l’inverno nel clima più mite della città.
Nel Quattrocento il castello di Savignone con le altre fortezze e feudi dei Fieschi, fu coinvolto nella guerra tra Genova e Milano, quest’ultima interessata ad uno sbocco sul mare. Dopo lunghe battaglie, trattative ed alleanze tradite anche il castello di Savignone il 28 aprile del 1477 venne conquistato dall’esercito del
Duca di Milano. Ma l’anno successivo ritornerà nuovamente nelle mani dei Fieschi.
Dopo la fallita Congiura di Gianluigi Fieschi il Feudo di Savignone e il castello non seguirono il destino degli altri possedimenti della famiglia, perché il conte Ettore Fieschi del ramo di Savignone, non aveva partecipato alla congiura e addirittura aveva tentato di convincere i congiurati a desistere. In riconoscimento dell’atto di fedeltà, nel 1548, Carlo V confermò l’investitura imperiale di Ettore
Fieschi.
Tra il 1568 e 1569 i Fieschi costruirono il Palazzo Comitale nella piazza del paese, dove si trasferirono. Il castello perse definitivamente importanza con la fine dei Feudi Imperiali. Restò proprietà dei Fieschi fino alla metà dell’Ottocento, quando passò per via ereditaria alla famiglia Crosa di Vergagni.
Le mura del castello si integrano in perfetta coesione con la roccia di conglomerato che, con i suoi strapiombi, rappresenta la principale difesa naturale dell’insediamento fortificato. In alcuni documenti della fine del Quattrocento il Castello è più volte definito “Rocha Pilata”, proprio per la particolare morfologia della roccia su cui si erge.
Cenni storici
E’ costituito da una torre a pianta semicircolare che guarda verso il borgo e nel lato opposto, verso monte, da un bastione quadrangolare diviso in diversi ambienti abitativi.
Il castello nel suo articolarsi segue il profilo dello sperone roccioso. Nella parte a sud, ad una quota inferiore, vi sono ambienti sotterranei, in parte scavati nella roccia e in parte seminterrati, coperti da ampi soffitti voltati a crociera sorretti da un grande pilastro centrale.
Sopra l’attuale ingresso al castello è ancora visibile una nicchia quadrangolare che ospitava con tutta probabilità una lapide decorativa.
Alla quota superiore, alla quale si accedeva probabilmente con una scala lignea, vi erano due corpi di fabbrica principali: la torre semicircolare e un corpo a pianta quadrangolare uniti dalla cosiddetta piazza d’armi.
La torre semicircolare è alta circa sedici metri e si articolava su tre piani. Il piano terra era chiuso in origine da una volta a botte in mattoni, della quale sono ancora visibili alcuni lembi superstiti. L’ambiente era utilizzato probabilmente come vano di servizio e al suo interno è presente una cosiddetta “cannoniera” da cui era possibile vigilare sul borgo.
Attraverso una scala esterna, della quale si conservano le tracce nel prospetto della muratura, si accedeva ai due piani superiori. Entrambi dotati di una latrina e di un ampio camino e collegati fra loro attraverso un vano scala in muratura con una copertura voltata in mattoni e illuminato naturalmente da una finestrella all’altezza del primo livello.
I piani erano divisi tra di loro da un pavimento costituito probabilmente da semplici strutture lignee.
Ad est, opposto alla torre, vi è un bastione a pianta quadrangolare, diviso in diversi ambienti che con tutta probabilità ospitavano, oltre all’abitazione signorile e più in basso una cisterna, anche una zona dove, secondo alcuni documenti, si trovava una macina per la produzione di farina.
Informazioni turistiche
Il recupero del Castello di Savignone ha avuto inizio, negli anni Ottanta, con un primo restauro che ha previsto la rimozione delle macerie ed il consolidamento delle murature degli ambienti sotterranei della parte meridionale e il bastione orientale. Durante i lavori sono stati recuperati alcuni reperti databili tra il XIV e il XVII secolo ed ora in parte esposti al Museo Archeologico Alta Valle Scrivia. Materiali come utensili in metallo, ceramica da mensa e numerose punte di dardo di balestra riconducibili alla vita quotidiana di un presidio militare.
Il restauro, realizzato con i fondi F.E.S.R. 2007 – 2013, si è concentrato, invece, sulla torre semicircolare. Il progetto ha previsto un’indagine approfondita della stratigrafia degli elevati che ha permesso la comprensione dello sviluppo architettonico della struttura e una sua datazione.
Dopo la rimozione del materiale diruto e della vegetazione infestante, sono state consolidate le murature e inseriti gli elementi di passaggio nonché le ringhiere di protezione. Inoltre un percorso, realizzato in carpenteria metallica leggera, che riprende la scansione dei piani, permette di godere appieno degli spazi interni della torre.E’ stata ripristinata, infine, la copertura con l’inserimento di una struttura lignea lamellare i cui elementi, in parte curvi, riprendono la geometria dell’originaria volta ormai crollata.
Comune di Savignone
Tel.:
010 9360103
E-mail:
serviziscolastici@comune.savignone.ge.it
Fonti
Terre di castelli – Per valli e per monti nei domini Fieschi e Spinola di Simona Caleca, Giulio Ferrando, Bruno Repetto, Carla Monica Risso
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