Dove si trova
Lunassi è un borgo dell’alta Val Curone, sito nel Comune di Fabbrica Curone (Al).
Il castello
Nel minuscolo agglomerato di case di Lunassi, emerge il Torrione dei Malaspina, in pietra a vista, che potrebbe risalire al XV-XVI secolo. Più che di un castello medievale si tratterebbe di una residenza fortificata del feudatario, anche se si ha notizia dell’esistenza di prigioni nella costruzione. Nel piccolo isolato centrale del paese, dalle forme di un rettangolo irregolare, il superstite torrione si trova all’angolo sud-ovest e, molto verosimilmente si può arguire da alcuni indizi, sull’angolo sud-est (lato minore dell’isolato, di fronte alla chiesa) si trovava altro analogo torrione. A memoria d’uomo il torrione ancora superstite è stato mozzato, pertanto le linee originarie erano molto più imponenti. È stata ipotizzata anche l’esistenza di altri due torrioni circolari agli altri due angoli dell’isolato
Cenni storici
Storicamente, Lunassi fece parte a lungo proprio del feudo di Fabbrica, antico dominio del Vescovo di Tortona passato nel 1328 ai nobili Malaspina di Varzi, e ne seguì le sorti fino alla prima metà del XVI Secolo, quando in seguito alla divisione ereditaria dei beni del Marchese Federico II, passò a suo figlio Cesare. E’ probabile che il castello che difendeva Lunassi sia stato eretto proprio in quegli anni; non si trattava forse di un vero e proprio castello, quanto piuttosto di una residenza signorile dotata di alcuni accorgimenti difensivi, come le due torri rotonde di cui una sola attualmente esistente (ed è l’unico elemento della struttura sopravvissuto alle ingiurie dei secoli). Il dominio su Lunassi dei discendenti di Federico II non durò che pochi decenni, e trascorse in modo relativamente tranquillo fino ai drammatici giorni della metà di luglio del 1593, quando una banda di masnadieri genovesi (agli ordini di un certo Buscone, o Busconi) aggredì Francesco Malaspina, figlio di Cesare, sulla strada per Varzi. Il Marchese fu sequestrato e ricondotto sotto la minaccia delle armi a Lunassi, dove venne sottoposto a tortura (i documenti dell’epoca parlano della frattura di diverse ossa affinché il feudatario rivelasse dove erano nascosti gli ori di famiglia, che poi furono trovati e “prelevati”), mentre sua moglie e le sue figlie venivano molestate (forse un eufemismo del cronista). Alla fine, i banditi saccheggiarono il castello e se ne andarono dopo averne vuotate le casse per una somma complessiva di circa 12000 scudi. Francesco, comunque, si riprese e visse fino al 1601 senza lasciare prole maschile, per cui i diritti su Lunassi passarono alle sue due figlie Elisabetta, che aveva spostato un altro Malaspina (di Fabbrica) e Lelia, che non ebbe figli. In questo modo, Lunassi tornò sotto il controllo dei feudatari di Fabbrica Curone.
Nel centro storico ha sede un Museo della Civiltà Contadina, gestito dall’associazione “Circolo Lunassese”, che raccoglie attrezzi agricoli ed oggetti domestici.
Informazioni turistiche
Area aperta visibile dall’esterno
Fonti
https://www.facebook.com/pg/GiamesPhoto-Foto-Storie-e-Leggende-dallAppennino-delle-Quattro-Province-149986885100741/photos/?tab=album&album_id=357066274392800
https://www.mondimedievali.net/Castelli/Piemonte/alessandria/provincia000.htm
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