Dove si trova
Il Castello di Cigognola è una fortificazione situata nel comune italiano di Cigognola PV in Piazza Castello, 1
Il castello
È un organismo a pianta articolata, formato da più corpi di fabbrica e collocato in posizione isolata, sulla cima di un’altura dominante l’abitato.. L’elemento dominante e l’alta torre merlata, con lunghi beccatelli. L’insieme forma un massiccio complesso, contornato da una cinta muraria e da un terrapieno.
La costruzione del castello di Cigognola viene fatta risalire al secolo XIII, ad opera dei Sannazzaro, in una posizione strategicamente importante, a guardia della Valle Scuropasso. Oltre alla sua posizione strategica per l’avvistamento, il castello possedeva anche due cerchia di mura atte, l’una, meno fortificata, ancora oggi ben visibile sul versante della Chiesa parrocchiale, a dar rifugio al popolo in caso di attacco. L’altra, più robusta, corrispondente al manufatto volto a sud, nel quale fu ricavato il portale d’ingresso al cortile del castello a difendere il castello stesso. La costruzione era anche dotata di un ponte levatoio che serviva ad attraversare uno scavo, detto “falsa braza”, posto fra le due cerchia murarie e completamente diverso dai tradizionali fossati dei castelli di pianura. La parte più antica della costruzione si presenta verso nord-est, ed è contrassegnata da mattoni di cotto a vista e pietre di notevole dimensione. La rocca si accresce materialmente, adeguandosi alle esigenze difensive, ma la sua posizione la pone al centro delle continue lotte locali che devono lasciare vistosi segni se tra il 1444 e il 1447 la famiglia Astori, investita dallo Scaramuzza Visconti della terra di Cigognola, fa “riparare il castello che andava in rovina”. La parte di edificio volgente a sud è di epoca successiva. Essa dovrebbe risalire al 1663, come testimonia una lapide in pietra bianca infissa nella muratura; la sua formazione fu certamente dovuta alle mutate esigenze d’uso del castello che, da prettamente difensivo si fece, col trascorrere dei secoli, residenziale.
Nel cortile del castello è presente un finto pozzo con una sottostante cisterna, usata un tempo per la raccolta dell’acqua piovana, nella quale, durante il periodo nazifascista, venivano gettati, dopo averli torturati, i partigiani. Il vero pozzo si trova a poca distanza e forniva acqua potabile per gli abitanti del castello. Il più consistente rimaneggiamento, effetto dell’epoca romantica ottocentesca, è dovuto alla famiglia Arnaboldi. È grazie agli Arnaboldi si intraprendono una serie di lavori per “ridurre all’antica” il fortilizio. Con queste opere di risanamento il castello fu definitivamente trasformato in una dimora di villeggiatura. L’intervento, svoltosi in tempi differenti, riguarda inizialmente il ripristino dell’immagine medievale della rocca: le mura vengono ornate alla ghibellina e si procede alla costruzione dell’imponente torre quadrangolare conclusa alla sommità da beccatelli coronati da merli ghibellini. Sotto a tanto coronamento vengono aperte, su ogni lato, due finestre ogivali. La torre viene eretta seguendo le forme di quella superstite della rocca di Stradella. Alla fine dell’800 il conte Bernardo Arnaboldi prosegue l’intervento. L’attenzione si sposta sul cortile e su alcune sale interne che vengono ornate con decori di gusto medievaleggiante. Labili tracce di queste decorazioni sono ancora visibili dopo l’incendio del 1982 che distrusse completamente l’interno del castello».
Cenni storici
L’intero borgo vide l’avvicendarsi di diverse famiglie: dal casato dei Sannazzaro, potente signoria di parte guelfa, ai Beccaria di Pavia che si impossessarono del feudo nel 1406. Peccato che il loro dominio durò per un tempo brevissimo: nel 1415 i Beccaria vennero coinvolti in una congiura contro Filippo Maria Visconti, conte di Pavia e duca di Milano. A quel punto ai Beccaria venne confiscato il feudo, che venne assegnato allo scopritore della congiura, Giorgio Aicardi. A quest’ultimo venne concesso il privilegio di aggiungere il cognome dei Visconti al proprio, creando così la signoria dei Visconti Aicardi Scaramuzza, rimasti signori di Cigognola fino al XVIII secolo. Finito il periodo feudale, il castello venne acquisito dai Gazzaniga e venne trasmesso in eredità agli Arnaboldi-Gazzaniga e agli attuali proprietari, Brichetto-Arnaboldi.
Nei primi dell’Ottocento il castello venne ristrutturato in stile neogotico. In virtù del revival del Medioevo tanto in voga in quel periodo, Carlo Arnaboldi fece realizzare la torre quadrata e le mura con merlatura ghibellina; in più, il portale venne ornato con stemmi e decorazioni in cotto, mentre parte del maniero venne comunque lasciata inalterata. Oggi il castello presenta arredi di art déco risalenti all’inizio del Novecento. Nel corso dei decenni assunse un certo rilievo nella vita culturale lombarda, diventando un salotto letterario frequentato da intellettuali del calibro di Croce, Montale, Quasimodo e Bacchelli.
Centro vitivinicolo fin dall’Ottocento, negli ultimi decenni è stato trasformato in una fiorente azienda agricola.
Informazioni turistiche
Tipo costruzione: castello
Epoca di costruzione: ante prima metà sec. XIII
Uso attuale: intero bene: azienda viti-vinicola
Uso storico: intero bene: difensivo
Proprietà: privata
Fonti
http://web.tiscali.it/marcpoli/it/storia_cultura/cultura/castellocigognola.htm
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00149/
https://travel.fanpage.it/castello-di-cigognola-un-luogo-con-una-storia-da-raccontare/
Riferimenti bibliografici
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia, Novara 1990, [vol. 1], pp. 124-124
Merlo M., Castelli, rocche, case-forti, torri della Provincia di Pavia, Pavia 1971
Gariboldi R., Castelli dell’Oltrepo: Cigognola, in “Il Giornale di Pavia”, Pavia 1985
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