Castello di Corano

Dove si trova

La frazione di Corano dista circa 6,5 chilometri dal comune di Borgonovo Val Tidone cui essa appartiene.
Il castello di Corano sorge nel borgo medievale, su un colle che domina la Val Tidone.

Il castello

Il castello, di dimensioni modeste, presenta una pianta irregolare, trapezoidale, con fronte principale rivolto ad oriente e costituisce per l’area piacentina un singolare esempio di fabbricato monoblocco. All’estremità del lato minore, è appoggiata la torre con base scarpata, più alta e probabilmente precedente al castello, dove è visibile la collocazione dello scomparso ponte levatoio. La struttura muraria, costituita da pietra nella zona inferiore e da mattoni in quella superiore, non implica necessariamente due tempi diversi di edificazione. Come ipotizza lo studioso Carlo Perogalli infatti, la differenziazione del materiale potrebbe essere legata alla staticità dell’edificio o alla messa in opera dei materiali. La decorazione dentata a triangoli, particolarmente utilizzata nel trecento in area padana, risulta qui essere l’elemento d’unione fra la torre e il corpo principale.  All’interno ci sono alcune stanze decorate da Luigi Arrigoni (1896-1964), considerato uno degli artisti più rappresentativi della pittura piacentina della prima metà del Novecento e che vi ebbe lo studio fin dagli inizi della sua carriera. .

Cenni storici

Dell’attuale fortilizio non si conosce l’esatta datazione, ma si sa che il primitivo castello venne distrutto nel XII secolo dai corpi armati di Federico Barbarossa, e che poi, nel 1241, re Enzo ne smantellò le mura dopo aver sopraffatto la guarnigione guelfa. Nel 1372, durante il conflitto tra Amedeo VI di Savoia e Galeazzo II Visconti, le truppe pontificie occuparono la Val Tidone e si impadronirono anche del castello di Corano, che tennero per pochi mesi, cacciate l’anno successivo dalle forze viscontee che rioccuparono tutto il territorio. Nel 1417 il conte di Carmagnola Francesco Bussone, inviato nel piacentino dal Duca di Milano per indebolire la potenza degli Arcelli, andò in Val Tidone e il 16 maggio bruciò il fortilizio di Corano. Nel 1438, Lazzaro Radivi, detto Tedesco, capitano del duca Filippo Maria Visconti, ricevette l’investitura di Corano, che fu rinnovata l’anno seguente.

Informazioni turistiche

L’edificio è visitabile solo dall’esterno in quanto è residenza privata
Disponibile per eventi e cerimonie
Contatti: natalia@netline.it

Fonti

www.emiliaromagna.beniculturali.itnuke.valtidoneluretta.it
Foto di Andrea Solari  – (www.preboggion.it) – wunnish.altervista.orgwww.emiliaromagna.beniculturali.it

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