Castello di Rezzoaglio (resti)

Dove si trova

Rezzoaglio dista circa circa 81 km da Genova, 92 km da Piacenza.

Il castello

Poco si sa della rimanenza delle fortificazioni che proteggevano Rezzoaglio in tempi antichi; il centro abitato negli ultimi secoli si è sviluppato sull’opposta sponda dell’Aveto, attorno alla chiesa di San Michele, e persino nella toponomastica locale si è persa la memoria di quella che invece doveva essere una fortezza di una certa consistenza, almeno a giudicare dai resti. Il bastione semicircolare, forse basamento di una più elevata torre di avvistamento, sorge sulla cima di un poggio ora invaso da una fitta vegetazione, mentre tutta la zona nelle immediate vicinanze è cosparsa di tratti di muratura, con feritoie e, forse, merlature, in discreto stato di conservazione. Si tratta con ogni evidenza di opere militari e non di muri di fascia, in quanto la precisissima squadratura delle pietre sembra opera di validi capimastri, e soprattutto perchè l’area, in stato di totale abbandono, non ha la conformazione adatta ad ospitare pascoli o coltivi.

Cenni storici

Il ritrovamento dei ruderi è avvenuto in tempi recentissimi (giugno 2000) ad opera dello studioso di storia locale Dr. Sandro Sbarbaro, a cui cedo virtualmente la parola nella narrazione della sua scoperta:

La scoperta del castello di Rezzoaglio, da me effettuata nel pomeriggio del 17 giugno 2000, potrebbe, alla luce di nuove e più probanti analisi, dare una svolta alla ricerca storica in Val d’Aveto.
L’esistenza del complesso difensivo di Rezzoaglio sul poggio che l’Aveto lambisce su tre lati, tipologia costruttiva propria anche al Castelluzzo di Mileto presso Cabanne, dà un senso a quella che finora era solo una azzardata ipotesi: lungo il percorso dell’Aveto venne situata una serie di costruzioni di difesa (Castelletti della Moglia, Castelluzzo di Mileto, Castello di Rezzoaglio) il cui scopo era quello di proteggere, con l’ausilio di case torri (vedi quelle di Villa Piano e di Villa Brignole, nonché quelle dirimpetto di Costafigara e la più tarda de “Bottazzo”), le due strade che su sponde opposte (la strada di sinistra proveniente da Ventarola, Parazzuolo, Priosa, Mileto , Gaie – dove si innestava la via che dal passo del Fregarolo scendeva a Villa Garba – , Villa Piano, Brignole; la strada di destra proveniente da Passo delle Rocche, Villa Cella, Costafigara, Calcinara e Isola Rotonda) scendevano verso Rezzoaglio.
Dopo il prosciugamento del lago della piana di Cabanne da parte dei monaci di Villa Cella, il percorso interessò il fondovalle includendo Cabanne.
Si può ipotizzare che il Castello di Rezzoaglio fosse in comunicazione, tramite un sistema di segnalazioni a vista, con il Castelluzzo di Caselle (posto sul colle fra Caselle e Cornaleto) dal quale si domina la valle del Gramizza e la Valle dell’Aveto.
Dal Castelluzzo di Caselle si potevano inviare segnali verso il castello di Santo Stefano d’Aveto, verso la Torre del Castelà e verso l’altro castello posto presso il Passo del Gifalco (località Castello).
Sul cocuzzolo del Monte Gifalco si trovava una torretta d’avvistamento che controllava le carovane che giungevano dalla Val Trebbia.
Queste strutture, ancorché di carattere difensivo, avevano lo scopo precipuo di controllare tutti i traffici che attraversavano la Valle dell’Aveto e far rispettare le gabelle che i feudatari Avetani avevano eletto fonte primaria d’entrata.
Ancora da analizzare è la funzione del castello di monte Castellomà sopra Amborzasco.
Questo castello aveva certamente importanza strategica data la frequenza dei traffici che dalla Toscana (tramite le valli di Vara e del Taro) convergevano, attraverso i valichi posti fra il Monte Penna e il Passo del Tomarlo, verso Rezzoaglio, residenza dei conti Malaspina (signori di Lunigiana e, tramite altri rami, di Casanova e Rezzoaglio).
Giunte a Rezzoaglio, le carovane potevano proseguire verso la Val Trebbia ed il Genovesato (direzione Torriglia – Montoggio oppure Passo della Scoffera – Genova); guadato il fiume Aveto nei pressi del Castello di Rezzoaglio, potevano risalire ai Passi di Ertola ed Esola (oppure dirigersi verso Lovari e Alpepiana) e quindi, oltrepassato il Monte Dego ed Orezzoli, potevano proseguire verso Bobbio – Piacenza. È oltremodo interessante notare che sulla piana alluvionale sottostante il poggio del Castello di Rezzoaglio – Esola, sono state rinvenute imponenti strutture murarie che parrebbero risalire a ‘Castellari’ costruiti in epoche lontane.
Sarebbe di notevole interesse l’intervento di studiosi di livello al fine di analizzare ciò che rimane di queste civiltà.
Mi auguro che l’appello trovi chi lo faccia proprio dando così un notevole contributo alla rilettura della nostra storia.

Informazioni turistiche

Del castello sono visibili solamente i ruderi.

Fonti

Dalla foto di Giacomo Turco – Sandro Sbarbaro – www.valdaveto.net
Foto di Giacomo Turco (giames78.blogspot.it)

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