Dove si trova
Calendasco è un piccolo Comune alle porte di Piacenza. Menzionato in un documento del 990, é situato nelle vicinanze di uno dei guadi che consentiva di attraversare il grande fiume ai pellegrini della via Francigena in viaggio verso Roma.
Il castello
Il Castello di Calendasco, la cui origine risale al IX secolo, é il più settentrionale dei castelli ad occidente di Piacenza. Sorge fra due anse del Po, sopra un lieve rilievo del terreno.
Nell’attuale complesso, costruito interamente in mattoni, si distinguono chiaramente la fortezza ed il recetto Questi edifici assieme alla chiesa e all’hospitale dei pellegrini formavano un tempo il Borgo di Calendasco. Il corpo della fortezza ha elementi tipici dei castelli padani trecenteschi, quali il motivo a denti di sega accostato al coronamento a finestrelle con archi ribassati. Sono ancora visibili il profondo fossato, l’ingresso, un tempo dotato di ponte levatoio come si vede dagli incassi del rivellino, e la pusterla, o piccola porta, ad accesso levatoio. A sud è una torre semicircolare molto più alta rispetto al resto dell’edificio; l’ala di nord-est, dotata di scarpa e dall’ aspetto rustico e privo di omogeneità, risale ad epoca successiva. L’androne, coperto da volta a crociera decorata con affreschi cinquecenteschi, immette nel cortile dove é visibile un portico a tre fornici. Il recetto, un corpo rustico con finestrelle ad arco scemo e motivo decorativo a denti di sega, è all’esterno del fossato, presso il battiponte.
Cenni storici
Indicato nel 1187 in un documento di Papa Urbano II, appartenne prima al Vescovo di Piacenza, poi, nel XIII e XIV secolo, agli Arcelli, ai Confalonieri, agli Sforza, agli Scotti. Nel 1346, venne distrutto da fuorusciti piacentini e nel 1372 fu ricostruito dai guelfi come caposaldo della resistenza anti-viscontea. Nel 1913, l’ultimo proprietario, il giurista Giuseppe Scopesi della Capanna, lo lasciò ad una congregazione di carità che lo cedette al Comune.
Informazioni turistiche
Attualmente il castello appartiene in parte al Comune di Calendasco e in parte a privati che ne hanno ricavato abitazioni.
Fonti
www.emiliaromagna/beniculturali.it
Foto di Andrea Solari (www.preboggion.it) – www.emiliaromagna/beniculturali.it
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