La capacità di stabilire alcuni punti di riferimento in un ambiente nuovo è un grosso vantaggio per chi si è smarrito. Il senso dell’orientamento viene sviluppato con l’esperienza, lo spirito di osservazione e il buon senso. Quando si viaggia conviene sempre sapere dove ci si trova. Nel caso in cui si debba affrontare un’improvvisa situazione difficile, è importante saper ricostruire l’ultimo percorso. Basta ricordare la direzione da cui si proveniva, il tempo trascorso e la velocità del movimento.
Conoscere la lunghezza del proprio passo è importante durante una marcia per sapere quanto cammino è già stato fatto e quanto ne resta da fare. Per determinarlo basta percorrere (meglio anche più volte, cosi si ottiene una maggiore precisione) 100 metri esatti con un passo medio, molto naturale e dividere il numero dei passi doppi per 100. Cosi si può sapere di quanti centimetri è un passo (sempre) doppio. Per esempio: 100 m = 66 passi = 150 cm per ogni passo doppio.
Orientarsi a senso
È importante imparare a tenere i propri sensi sempre svegli. Con gli occhi si devono cercare elementi utili per non smarrirsi, nel paesaggio naturale ed in quello modificato dall’uomo. Anche i suoni aiutano ad orientarsi. Il rumore di acqua corrente, di ferrovia, di campane, di un cane che abbaia, del canto di un gallo possono rivelare elementi caratteristici che offrono indicazioni supplementari. Un odore, un profumo portato dal vento aiuteranno a riconoscere certi luoghi e ad orientarsi a senso. Camminando ricordarsi di contare i passi. Ogni 100 mettere, per esempio, un sassolino in tasca: cosi sarà più facile fare i conti oppure procurarsi un contapassi.
Bisogna tenere conto che il passo è più corto di notte, in salita, contro il vento, sulla sabbia, nel fango, nella ghiaia, sulla neve, con la pioggia, con un abbigliamento pesante, oppure quando si è stanchi.
Trovare la strada (di Baden Powell)
Tra gli Scouts degli Indiani Pellerossa colui che era capace di trovare la strada in un territorio sconosciuto veniva chiamato “trovatore di sentieri”. Ed era un grande onore l’essere chiamato con tal nome. Più di un “piede tenero” si è perduto nel Veldt o nella foresta e non è stato più rivisto, proprio per non aver mai avuto alcuna nozione di orientamento, e per non avere ciò che si dice “l’occhio per la campagna”.
So di un tale che scese dalla diligenza che percorreva il Matabeleland, mentre venivano cambiati i muli e si allontanò di qualche metro nella boscaglia. Quando la diligenza fu pronta a ripartire i conducenti lo chiamarono a gran voce in ogni direzione e poi si misero alla sua ricerca. Seguirono le impronte dell’uomo finché poterono, sul terreno molto difficile di quella zona, ma non riuscirono a trovano. Alla fine la diligenza non potendo aspettare ancora, continuò il suo viaggio, dopo che altri si erano assunti l’incarico di proseguire le ricerche. Parecchie settimane dopo, l’uomo fu trovato morto a quindici miglia di distanza dal punto dove aveva abbandonato la diligenza.
Non vi smarrite
Accade spesso che camminando a piedi nella boscaglia non si faccia troppa attenzione alla direzione nella quale ci si muove. E la si cambia spesso, vuoi per girare attorno ad un albero caduto, che per sormontare una roccia od altro ostacolo superato il quale non si riprende esattamente la giusta direzione. L’inclinazione naturale è quella di piegare leggermente a destra, e di conseguenza quando si crede di stare andando in linea retta, in realtà ciò non è vero affatto. A meno che non prendiate la precauzione di osservare il sole, o la bussola, o i segni caratteristici del terreno, è molto probabile che descriviate un cerchio a largo raggio.
In simili casi, quando un “piede tenero” si accorge di avere perduto la nozione di dove si trovi, perde subito anche la testa e si eccita. La cosa più probabile è che si metta a correre, mentre la cosa giusta da fare è quella di sforzarsi a rimanere calmi ed impegnarsi in qualche cosa di utile e cioè a ricercare all’indietro le proprie tracce; oppure se non ci riuscite, a raccogliere legna da ardere per fare con il fuoco segnali, diretti a coloro che vi stanno cercando. Il punto principale è, prima di tutto, quello di non perdersi.
Osservate la direzione
Quando vi mettete in marcia per un’escursione prendete nota con la bussola della direzione. Osservate anche in quale direzione soffia il vento; questo è di grande aiuto, specialmente se non avete una bussola o non splende il sole.
Per identificare la direzione del vento quando c’è appena un lieve soffio, gettate in aria piccoli pezzetti d’erba secca. Oppure raccogliete un po’ di polvere sottile e lasciatela cadere. O, ancora, bagnatevi il pollice e tenetelo in aria: il lato freddo vi dimostrerà da quale direzione spira il vento.
Articolo gentilmente concesso dal sito “Avventurosamente”: http://www.avventurosamente.it
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