Dopo il primo libro sulla storia del trenino Voghera-Varzi Alessandro Disperati ha deciso di riprovarci. Il giornalista e scrittore vogherese era convinto che sulla tormentata storia della tratta ferroviaria ci fosse ancora molto da dire dopo la pubblicazione nel 2006 di un primo volume ad essa dedicato. E mentre cercava materiale Alessandro ha conosciuto il coautore Sergio Lucchelli e soprattutto ha scoperto lo straordinario archivio di sua proprietà senza il quale “Il trenino Voghera-Varzi – La storia e le foto inedite” (Primula editore, 156 pp. 20×20, 20 euro) non sarebbe mai potuto nascere.
Parliamo un po’ di questo archivio.
«È una storia curiosa e fortunata che ha per protagonista proprio Sergio. È stato lui, infatti, a salvare centinaia di carte, documenti, fotografie e progetti legati al trenino e abbandonati in un armadio nel magazzino merci della linea ferroviaria, poco prima che l’edificio venisse abbattuto. Questo materiale ci ha permesso di pubblicare il libro ed è anche nel museo di Ponte Nizza, dove sono visibili anche le chiavi dei passaggi a livello, gli orologi delle stazioni e tutti gli articoli di giornale che vanno dall’inaugurazione nel Natale del 1931 fino alla soppressione, il 31 luglio 1966».
Come mai la tratta fu soppressa?
«Le ragioni, difficili da spiegare a posteriori, furono del tutto politiche e certo non dovute allo scarso utilizzo del mezzo: nel 1965, infatti, furono 887.915 i passeggeri trasportati, un numero record che fece pensare per un attimo di potenziare addirittura il servizio. A firmare il decreto che lo avrebbe fermato, invece, fu il ministro dei trasporti Jervolino il 10 febbraio 1966 e per cercare di salvarlo furono indetti scioperi e manifestazioni che non portarono a nulla».
Qual era il percorso della ferrovia?
«In ordine le fermate erano Voghera, Torrazza Coste, Codevilla, Retorbido, Rivanazzano, Salice Terme, Godiasco, S. Desiderio, Pozzolgroppo, Cecima, Ponte Nizza, S. Ponzo Semola, Bagnaria, Ponte Crenna e Varzi. In totale erano 32,36 km di binario unico (gli scambi avvenivano solo nelle stazioni) che il treno percorreva in 55 minuti».
Chi prendeva abitualmente il treno avrà qualche sorpresa leggendo il libro?
«Credo proprio di si: innanzitutto in pochi sanno che oltre a fare servizio passeggeri il treno Voghera-Varzi trasportava anche merci dirette soprattutto a Genova e Milano, ma poco noti sono anche il deragliamento avvenuto nel ’51 a Retorbido, l’esondazione dello Staffora che fece crollare una parte della massicciata del trenino a Cecima nel ’56 o il bombardamento che durante la seconda guerra mondiale danneggiò pesantemente la stazione di Varzi».
Il libro è stato presentato alla fiera dell’Ascensione con la mostra fotografica: avete avuto tanti visitatori?
«Le visite alla mostra sono state numerose. Alla gente l’argomento piace, tutti si ricordano il trenino e tutti vogliono raccontare i loro ricordi e riviverli attraverso le immagini. Per questo motivo porteremo la mostra in giro per la valle in tutti i comuni in cui faceva tappa la ferrovia partendo da Bagnaria, dove saremo domenica all’interno del Palazzo Malaspina.»
Dove si può trovare il libro?
«In tutte le librerie di Voghera e in tutte le edicole della Valle Staffora» .
Serena Simula
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