Questa mia riflessione, vuole fare riconsiderare il paesino di Croce, (frazione di Ottone)
Da un’indagine storica effettuata sui diplomi longobardi, lo studioso e paleografo Osvaldo Garbarino, nel Suo libro “Monaci, milites e coloni”, descrive l’operato dei monaci, come frutto della classe più acculturata nell’alto medioevo.
Le loro tante nozioni, raccolte e tradotte da vecchi testi latini e greci, servirono anche a dare vita ai primi edifici solidi nei territori conquistati.
La loro realizzazione fu demandata a gruppi di artigiani carpentieri che godevano della fiducia e protezione del Regnante, per essere compensati a “CORPO”, in base ad un capitolato ben impostato e con misure predefinite.
Sulla base di quanto espresso negli editti del tempo ed in altre documentazioni di opere importanti, furono fatti raffronti per risalire alla loro unità di misura in corso a quei tempi (il modulo).
Nelle leggi emanate ad integrazione del Codice di Rotari, si evince il modulo, pari a 29,2 cm, faceva riferimento al piede di Liutprando.
Si sviluppò l’architettura cosiddetta “eulitica”, ovvero “della bella pietra”, caratterizzata dalla presenza di maestose architravi sui portali e da grosse pietre che ne irrobustivano gli angoli e gli ingressi delle case stesse.
Queste strutture, praticamente simili tra loro, prendevano origine da concetti di fondo quali, larghezza della base, altezza dei solai, spessore dei muri, porte, numero dei piani, disposizione delle travature, stillicidio dei tetti ecc.
Per regolamentare i rapporti fra committenti e imprese, fu redatto una sorta di “Prezziario edile” che, fissando le dimensioni e le caratteristiche di una costruzione, si potesse definire un prezzo a corpo valido per tutti.
All’epoca, queste Domus furono erette nei punti strategici delle vie di comunicazione.
Lo scrittore, nel suo libro elenca una moltitudine di luoghi, dominati dall’invasore e gestiti dai monaci per incamerare il fiscus, attualmente esistono e si possono ammirare i resti di tutte o parte di questi residuati.
Ritornando alla frazione di Croce, nel comune di Ottone, si riscontra l’esistenza in varie case, di portali eulitici di varie forme e misure, come riportato dal Garbarino nel suo libro.
Altri particolari dell’epoca emergono, come la presenza di finestrelle (edicole), queste, venivano illuminate di notte per indicare ai pellegrini un centro abitato ospitale.
Un altro indizio è ancora visibile sull’angolo di una struttura esistente che raffigura una “mamma longobarda”.
Le notizie raccolte in questo libro, acquistano maggiormente valore dal meticoloso confronto di dati presi da varie fonti del passato e nella conferma della loro esistenza nei luoghi storici esistenti.
Queste prime costruzioni venivano assegnate ai colonizzatori come sede di controllo e raccolta del fisco, per distribuirlo al sovrano ed ai militi che ne proteggevano i confini dalle eventuali invasioni.
Le foto allegate riportano:
1) La chiesetta dedicata al patrono della frazione, S. Rocco;
2) Portale eulitico con evidenti grosse pietre e chiavi sporgenti e
3) Ingresso al paese con sfondo la fontana;
4) Effige di Mamma longobarda.
(Fonte: Libro “Monaci, milites e coloni” di Osvaldo Garbarino).
Riflessione di Baldi Iedis
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