È uno dei comuni d’Italia meno popolati, e uno di quelli dove l’affluenza alle urne è la più bassa. Ma in realtà, gli abitanti di Carrega e delle sue 18 frazioni a votare ci sono andati quasi tutti. La bassa percentuale di affluenza è dovuta ai 277 residenti all’estero, di cui si sono praticamente perse le tracce, ma che restano nelle liste degli elettori. Raffaella, l’unica impiegata del Comune ha scritto a tutti, dall’America alla Nuova Zelanda, per avvisarli di venire a votare e offrendo anche un contributo per il viaggio, come recita la legge.
Ma di votanti dall’estero anche questa volta non se ne sono visti, e nel seggio aperto presso la sede del Municipio si sono recati ben 67 dei 76 elettori residenti su nella valle. Con una affluenza reale di quasi il 90 per cento, contro quel 20 per cento che segnala la prefettura, tenendo conto anche dei carreghini dispersi nel mondo.
La paura per Carrega è che si presentasse una lista sola, e non si raggiungesse l’impossibile quorum di almeno la metà degli elettori al voto come accaduto nel 2004 quando il comune venne commissariato e restò senza sindaco. Per questo di liste ne hanno preparate addirittura tre, con 25 candidati alla carica di consigliere comunale per 10 posti disponibili, perché essere commissariati è un po’ come dire che non si è in grado di amministrare il proprio paese e questo non va bene.
Anche il municipio di Carrega è da record: praticamente è costituito da una stanza sola, dove c’è la scrivania dell’impiegata, un computer, e un piccolo tavolo a ferro di cavallo che ospita le riunioni del consiglio comunale.
Al piano di sopra, in una stanza, è stato allestito il seggio con gli scrutatori e i carabinieri a sorvegliare la regolarità delle operazioni, come in un seggio di una grande città anche se l’atmosfera è molto più rilassata: qui ci si conosce tutti, e il giorno delle elezioni è un modo per incontrarsi e per raccontarsi.
Carrega Ligure in dialetto è Cariega, che vuole dire sedia in dialetto della Valle. I 67 elettori che si sono recati a votare hanno deciso con un risultato che non lascia spazio a discussioni che sulla sedia più alta si dovrà sedere Marco Guerrini, che ha vinto le elezioni con l’80 per cento delle preferenze. Marco ha solo 30 anni ed è anche questo un record, perché di Sindachi giovani in Italia non se ne vedono molti. Marco è un architetto e si è occupato di “smart grid”, cioè di coniugare le reti elettriche intelligenti con il patrimonio architettonico e storico. Ora però è disoccupato, e si dedicherà a tempo pieno al suo incarico di sindaco. “Il risultato era nell’aria – ci dice Marco – ma non mi aspettavo un consenso così ampio, e che venissero così in tanti a votare”.
Il nuovo consiglio comunale di Carrega sarà composto, oltre che dal Sindaco Guerrini, da Crosetti Franco, Bozzini Valentina, Mario Aragone, Chiesa Giovanni, Crosetti Fausto, Michele Franco, Bavoso Giovanni Battista, Guido Gozzano, Renato Crosetti, Ridella Alfredo. Sette membri eletti nella lista del sindaco vincitore, e tre in quella del sindaco uscente Guido Gozzano.
“Ma la gestione sarà unitaria – ci dice subito Guerrini – lavoreremo tutti insieme per il nostro paese”. Sono molti i problemi sul tavolo del nuovo sindaco di Carrega. Mantenere percorribili le strade di un territorio grande come quello di Novi Ligure, diviso in 18 frazioni, alcune della quali abitate solo in estate, o da persone anziane. Come i due residenti a Berga, una frazione che nello scorso novembre dovette essere evacuata per l’alluvione.
Il problema più urgente però è quello dei servizi: le comunità montane non ci sono più, e dal 1° luglio i servizi saranno sospesi. «Il problema più urgente è quello dei servizi associati tra comuni: dobbiamo comunque garantire ai nostri cittadini i servizi, e superare la logica comunale per ragionare su aree più vaste».
La storia di Carrega è simile a quella di tanti borghi montani: l’evoluzione della società ha fatto sì che diventasse sempre meno attraente e conveniente abitare lassù. Al tempo dell’unità d’Italia Carrega era uno dei centri abitati più popolosi della zona novese, con oltre 3 mila abitanti. Poi, il declino costante, fino al periodo del dopo guerra che ha visto crollare definitivamente il numero degli abitanti. Ma qualcuno che ha deciso di tornare a vivere sui monti.
A Capanne, la frazione più alta a 1500 metri, una famiglia ha ridato vita all’osteria. Anche qui siamo nei record: già nell’anno mille si cita la presenza di un punto di ristoro lassù in cima, a breve distanza dalla vetta dell’Antola. Qui, nelle stanze dell’osteria che oggi si chiama agriturismo, ebbe sede il comando partigiano della VI Zona Operativa.
La famiglia ha scelto di restare qui tutto l’anno con i tre figli, e il più piccolo è segno che la vita può tornare in quelle terre alte. Oltre ai figli, hanno le mucche e sembra strano vedere passare un secchio di latte appena munto, come se il tempo quassù si fosse davvero fermato. Sembra impossibile ordinare le tagliatelle, e vedere in cucina la signora – che sta quassù, ma che è nata nella lontana Sicilia – impastare e passare la pasta nella macchinetta, e pensare che per mangiare qualcosa di più fresco devi morsicare qualcosa di ancora vivo.
A votazioni finite, il senso delle elezioni in questo posto sperduto di montagna, dove la sera si sentono davvero i lupi ululare alla luna, è che comunque lassù in cima si resiste: si resiste allo spopolamento, si resiste ai tagli, e si riesce addirittura a trovare un giovane che anziché emigrare in cerca di fortuna decide di provare a fare il sindaco.
Andrea Vignoli – redazione@ilnovese.info
http://novionline.alessandrianews.it (08/06/2015)
(La fotografia di Carrega Ligure è di Giacomo Turco)
Related Posts