La prima citazione di Gramizza risale ad un atto di permuta di beni immobili siti in val d’Aveto, stipulato nel 1251 tra le famiglie dei Malaspina e dei De Meleto. Il medesimo documento riporta l’informazione che un mulino era già all’epoca attivo nella località. Un mulino a Gramizza ricompare in un successivo documento del 1579, benché in quell’anno risulti in rovina.
Il mulino attualmente esistente, perfettamente funzionante, è l’unico ancora attivo in tutta la Val d’Aveto. Interessante la notizia, riportata dallo storico Fontana, del ritrovamento nel 1870, da parte di un contadino del luogo, di una pentola di monete di cuoio, una particolare forma di “monetazione di emergenza” saltuariamente utilizzata in diverse aree d’Europa (principalmente Francia e Spagna) tra i Secoli XIII e XVI. La strada carrozzabile toccò Gramizza a metà degli anni ’30 del XX Secolo, per iniziativa del podestà locale che impose una variazione del progetto originale, che prevedeva il passaggio del tracciato per Amborzasco.
Il Mulino, appartenente alla famiglia Monteverde, si trova lungo il torrente Gramizza, utilizzato per far funzionare la grande ruota persiana e l’annessa officina-segheria che fabbrica tavole ricavate con il legname locale. Una macina è utilizzata per il grano, una per il granoturco e i ceci e un’altra per le castagne.
Presso il mulino è possibile acquistare diversi tipi di macinati (farina di grano tenero locale di tipo “integrale” e “0”, farina di mais locale, farina di castagne, farina di ceci dell’Alta Val d’Aveto), ma anche patate, cipolle, ortaggi di stagione e mirtilli del Monte Maggiorasca durante i mesi estivi.
La signora Liliana è sempre disponibile a far visitare il mulino e l’annesso secchereccio per le castagne (grae). Si organizzano anche laboratori per i bambini dedicati alla preparazione dolci con la farina appena macinata.
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