Vesimo è una frazione del comune di Zerba, un piccolo paese arroccato sui colli dell’alta Val Trebbia, in quel triangolo della provincia di Piacenza che confina con la Liguria ed il Piemonte.
La sera del 20 Agosto 1944 in paese si celebrava la festa patronale, in onore di San Bernardo. Alla mattina si era celebrata la Santa Messa con una piccola processione, alla quale aveva partecipato tutta la comunità di Vesimo e gli invitati dei paesi vicini.
Alla sera gli abitanti si concessero delle ore di spensieratezza, e con la piccola orchestrina composta da una fisarmonica ed un mandolino organizzarono una serata danzante. Desideravano, anche per poche ore, dimenticare la guerra e le asprezze del duro lavoro nei campi, unica possibilità di sostentamento per le province rurali Italiane.
La serata prese il via con canti e balli, ma fu commessa un’imprudenza… un’innocente imprudenza, non furono osservate alla lettera le previste norme sull’oscuramento. Una testimone tuttora vivente ricorda che verso le h23 si udì un ronzio proveniente dal cielo che passò due volte sopra il paese.
Alle ore 24 circa un rombo improvviso sovrastò la musica e le voci, pochi attimi dopo un grappolo di bombe si abbattè sul piccolo centro del paese. In un attimo si consumò la tragedia, 32 morti, tutti civili e abitanti di Vesimo. Considerando l’esiguità degli abitanti si lamentarono due vittime per famiglia.
Vi furono anche una ventina di feriti, “PIPPO” il disturbatore notturno aveva inesorabilmente colpito ancora. PIPPO, battezzato così dalla popolazione civile Italiana, era un aereo Britannico che operava di notte nei cieli del nord Italia. Nel 1944 l’Italia era divisa in due, gli eserciti Anglo-Americano ad agosto erano stati arrestati dall’esercito tedesco e dalle unità militari della Repubblica Sociale Italiana, sulla Linea Gotica. Gli alleati fremevano per terminare la dura campagna militare in Italia, quindi incaricarono le loro aviazioni di applicare uno dei princìpi della nuova linea strategica: “la guerra psicologica”.
La R.A.F. (l’aeronautica militare Britannica) costituì tre squadriglie di cacciabombardieri bimotori, tecnicamente equipaggiati per il volo notturno. I velivoli in questione erano bimotori leggeri del tipo; BRISTOL BEAUTFIGHTER o DE HAVVILAND MOSQUITO.
I quali dovevano operare in caccia singola, gettare bombe e mitragliare qualsiasi obiettivo da dove filtrasse la luce. Lo scopo era quello di distruggere obiettivi militari e non di meno fiaccare il morale della popolazione civile.
Tornando alla sera del 20 agosto 1944, quale importante obiettivo poteva rappresentare Vesimo? Non vi erano né fabbriche, né ponti, non risulta fossero acquartierate truppe tedesche o repubblicane in zona, allora cosa spinse PIPPO a lanciare le sue bombe in questo paesino immerso nell’appennino?
La comunità di Vesimo il 20 agosto di ogni anno commemora, con amoroso rimpianto, i suoi trentadue concittadini, vittime innocenti di quella tragica azione militare.
Alessandro Brignole
(Articolo tratto dal n° 24 del 03/07/2014 del settimanale “La Trebbia”)
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