Una luminosa giornata di sole, ha accolto migliaia di turisti per lottava edizione della Transumanza, antica pratica che ancora oggi vive in Valdaveto grazie alla iniziativa dei fratelli Monteverde, della amministrazione comunale di Santo Stefano d’Aveto e dei numerosi volontari della zona.
Domenica 30 ottobre, lungo il percorso di una decina di chilometri, che parte dai rinomati pascoli piacentini del monte Crociglia, centinaia di persone quindi hanno accompagnato la mandria fino al centro turistico ligure di Santo Stefano d’Aveto, dove fra due ali di folla, è stata accolta da un fragoroso applauso.
La transumanza è diventato un evento che attira tanti turisti, che salgono sull’appennino piacentino-ligure per prender parte ad una iniziativa che ha pochi eguali in nord Italia: infatti, appassionati ed intere famiglie con bambini, hanno accompagnato le mucche in Liguria.
STORIA – “Questa è l’ottava volta che la transumanza del nostro bestiame è al centro di un evento che coinvolge i turisti. L’allora amministrazione comunale aveva proposto di trasformare una pratica, che la nostra famiglia intraprende da oltre trent’anni, in un appuntamento di carattere turistico – fa sapere Severina Monteverde, sorella dell’imprenditore agricolo Pietro e degli altri quattro fratelli Italo, Franco, Angela e Rita. “Un tempo era consuetudine portare il bestiame al pascolo, in particolare nel periodo estivo – termina Severina.
PASCOLI – “Siamo andati al pascolo sul monte Crociglia alle 7 e 30 del mattino per raccogliere i bovini in tre gruppi, che poi, dopo un percorso di qualche chilometro, sono stati radunati nei prati del campo sportivo di Torrio – informa Giampiero Rezzoagli del paese in comune di Ferriere.
“Il recinto dei pascoli del Crociglia è stato realizzato nel 1973. Da allora i Monteverde portano il loro bestiame a trascorrere l’estate ad una quota di 1550 metri sul livello del mare. Purtroppo però, da alcuni anni i cinghiali stanno gravemente danneggiando i pascoli. Infatti, con la devastazione del fondo erboso, le intemperie scavano irrimediabilmente il terreno – conclude Rezzoagli.
FURIA – Furia, una meticcia di Blanc-Bleu Belga di dodici anni, è stata la capo branco che ha guidato un centinaio di esemplari della stessa razza e pregiate Piemontesi. L’animale, dotato di un campanaccio realizzato appositamente in Valle d’Aosta, è stato bardato con una ghirlanda di abete addobbato con il tricolore, in omaggio del centocinquantesimo dell’unità d’Italia.
CAVALIERI – Anche quest’anno non è mancato un nutrito gruppo di appassionati delle escursioni a cavallo, una quindicinale nella giornata di sabato, dopo aver lasciato i mezzi a Rocca d’Aveto, hanno raggiunto la Vecchia Dogana del Gaep, passando per la valle tribolata, dove hanno pernottato, “questa mattina siamo poi scesi dal Crociglia – fa sapere Eugenio Fumi, veterinario a riposo di sanità animale della Usl della Valtidone, con un cavallo derivato da purosangue inglese.
ALLEVAMENTI – A Santo Stefano l’allevamento è una pratica ancora fortemente presente, a differenza dell’alto piacentino, dove le stalle diffuse sono un ricordo, “nel nostro comune operano un centinaio di allevatori con una popolazione bovina che supera i cinquecento capi, per lo più da carne, non mancano brunalpine specifiche per il latte – informa l’allevatore Giancarlo Focacci.
TRADIZIONE – Anche gli antichi mestieri ed i costumi d’epoca, hanno fatto da cornice alla transumanza, grazie ai volontari del Gruppo sportivo di Allegrezze, che hanno accompagnato la mandria. Il gruppo è protagonista della festa della trebbiatura, organizzata ad Allegrezze l’ultima domenica di luglio, “che proponiamo da oltre tredici anni. Oggi abbiamo portato gli antichi attrezzi come il lesuren, la slitta e u resegun, la sega – spiega Giuseppe Monteverde, presidente del sodalizio che conta un centinaio di volontari.
Paolo Carini
(Articolo tratto dal N° 41 del 24/11/2011 del settimanale “La Trebbia”)
Related Posts