Era ancora una giovane signora di trentaquattro anni, madame Sophie Blanchard, allorché i torinesi, certamente ammutoliti e poi rapiti da quella visione, la seguirono trepidanti mentre si innalzava nel cielo sopra il castello del Valentino, a bordo del suo pallone aerostatico a forma di culla. Era il 26 aprile del 1812, Torino assisteva al primo volo in mongolfiera. E la signora Blanchard, francese di Trois-Canons, in prossimità di La Rochelle, e soprattutto pioniera delle donne aeronaute, prediletta da Napoleone, effettuava la sua ennesima temeraria ascensione. Gran donna, madame Sophie, vedova peraltro di Jean-Pierre, a sua volta aeronauta, morto in volo per un infarto. Non si perse d’ animo nemmeno il giorno di Ferragosto del 1815. Impegnata in un’ ascensione da Milano a Torino, venne trascinata dai venti verso il mare. Data per dispersa, riuscì invece ad atterrare tra i rami di un albero a Montebruno, in Val Trebbia, sull’ Appennino ligure. La caduta non passò inosservata. I contadini del posto, accorsi nel bosco, credettero inizialmente di trovarsi al cospetto di un’ apparizione della Madonna. Soltanto l’ intervento del maire (sindaco), Barbieri, li convinse a recedere dalla loro convinzione. Come scrisse al prefetto di Genova: «Questa mattina al spuntar dell’ aurora alcuni paesani, mentre conducevano i loro bestiami al pascolo, anno (sic) veduto questa macchina, e l’ hanno preso un miracolo del cielo. (…) Ma fra le incertezze anno risoluto di darne parte al Maire che subito si è portato nel luogo suddetto e ne a (sic) redatto processo verbale, che à presso di se madama Blansciarde».
Sophie morì come aveva vissuto, dunque in volo. Nel tentativo di lanciare dei fuochi d’ artificio dalla sua mongolfiera a Parigi, il 6 luglio del 1819, il pallone prese fuoco e precipitò. La Signora del Cielo venne scagliata fuori dall’ abitacolo, sfracellandosi al suolo.
Massimo Novelli
(Articolo tratto da La Repubblica del 03/01/2008)
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