La storia delle nostre chiese dell’Alta Valtrebbia è intimamente legata allo sviluppo del cristianesimo sui monti liguri attraverso quelle cellule di civilizzazione costituite dalle abbazie che sia i monaci irlandesi sia soprattutto i sovrani longobardi edificarono nelle zone più difficilmente raggiungibili dei loro territori. Le finalità: diffusione della religione e un vero e proprio controllo politico.
Dell’Abbazia di Patrania si sa di certo che la fondazione è chiaramente di origine longobarda, avendo avuto per istitutore un re a quanto tramandatoci da un diploma: “Abatiam de Patrania quondam Juris regii”
Sulla collocazione permangono invece alcuni dubbi, anche se la maggioranza degli studiosi tendono a definirla un consorzio tra le chiese di S. Maria di Montebruno e S. Maria e Sant’Onorato di Torriglia.
Questa collocazione potrebbe essere la più coerente, dal momento che entrambi i paesi sorgevano lungo una pista “marenca” strada di primaria importanza prima del 1000 di cui resta testimonianza anche nel nome della case di “Costa Marenga” in Valtrebbia.
Non esistendo per questa abbazia una unica sede, non ci sono state tramandate neppure delle vestigia architettoniche quali siamo abituati a considerare.
Ricordiamo che dopo il periodo delle invasioni barbariche, le antiche strade erano cadute in rovina. Scomparse le strutture e le stazioni per il cambio dei cavalli, le stesse strade infestate da malfattori che lasciavano ai viaggiatori l’unico rifugio nelle Abbazie.
La strada che risaliva la Fontanabuona da Sestri Levante fino alla Scoffera e che poi si divideva in due rami per le valli Scrivia e Trebbia era detta “via Patrania”.
Di ciò abbiamo testimonianza grazie ad una documentazione in cui è chiaramente citato l’iter “Patranico” nella valle del Lavagna. Non sappiamo quando e perchè i monaci abbandonarono Patrania, anche se è probabile che ciò sia stato originato da qualche incursione saracena, di cui resta memoria popolare ad esempio nella più interna Fontanabuona e a Rondanina.
I Re Ugo e Lotario, nel 923 e nel 947, confermarono la donazione dell’Abbazia a quella di San Marziano di Tortona. L’Abate di quest’ultima portava anche il titolo di abate di S. Maria di Patrania e governava questi monasteri nella parte materiale a mezzo di procuratori.
Dal 1153 all’antica intitolazione dell’abbazia a S. Maria si aggiunge quella di S. Onorato attuale titolare della parrocchia di Torriglia. Papa Anastasio IV il 7 dicembre 1153 confermerà il possesso dell’Abbazia a San Marziano di Tortona, comprendendo nei possedimenti abbaziali il “Castrum di Torriglia, chiese, cappelle, pascoli e boschi”.
A questo riguardo negli archivi si custodisce un importante documento che nel latino d’epoca conferma quanto si sta dicendo.
È altresì ipotizzabile che Patrania altro non sia stato il nome di Torriglia. Sia in Torriglia che per Montebruno si assiste in quel tempo ad uno spostamento della popolazione da due località (Torriglia vecchia ossia “Donnetta” e Montebruno vecchio ossia “Rusca”) verso nuovi centri religiosi e commerciali. Alcuni dati notarili evidenziano il toponimo “Patrania” che rivediamo nel documento datato 1 luglio 1205 (notaro Guglielmo Cassinese, archivio di Stato di Genova), dove Robaldo, prete della chiesa di S. Maria di Torriglia vende un terreno… “Presbiter Rubaldus ecclesie sanctae Mariae de Padragna vendit…”.
G. Ferrero e B. Francheschi
(Laboratorio di ricerche storiche di Canale – Fontanigorda – Ge)
(Questo articolo è stato tratto dal N° 25 del 05/07/07 del settimanale “La Trebbia”)
(Nella fotografia la chiesa di S. Onorato di Torriglia)
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